venerdì 31 maggio 2013

PUTENZA DI LU GIBBIÙNI!







Luisella si doveva iscrivere all'Università e avrebbe dovuto prendere l'autobus alle sette di mattina. Suo padre, per evitarle la levataccia, decise di accompagnarla a Palermo con la macchina.
Il viaggio fu faticoso, a causa dei limiti di velocità, degli autovelox, degli svincoli a sinistra e della segnaletica  non sempre leggibile.
Ma una volta arrivati in città, più faticoso fu trovare un buco per parcheggiare. Niente! Vie, viuzze, strade laterali, piazze e piazzuole, niente! Tutto pieno, intasato.

Finalmente vide da lontano fare manovra ad un macchinone: si liberava un posto!
Non sembrò vero al signor Liborio di potere posteggiare dopo tre quarti d'ora abbondanti di girovagare invano. Ma in terza fila, pazienza!
La figlia non avrebbe voluto, ma lui era veramente stanco. In paese tutti questi problemi non c'erano.

La segreteria universitaria intanto stava per chiudere. - Scendi tu, - disse alla figlia, - e fai quello che devi da fare, io ti aspetto in macchina. - Non si fidava di lasciare la macchina incustodita. Scese la figlia e mentre si allontanava lui la seguì con lo sguardo compiaciuto di padre di una futura laureata.

Ad un tratto vide davanti a sé, ad una ventina di metri, una coppia di vigili che avanzava, un vigile e una vigilessa. "Mamma mia, la multa!". In un lampo temette e realizzò che gli potevano contestare la sosta in terza fila. Aprì lo sportello e si precipitò verso i vigili. La vigilessa che aveva qualcosa tra le mani, sentenziò:
- Multa!
- E pirchì? - implorò il multato.
- Sosta in tripla fila. Già l'ho scritta.
- Putenza di lu gibbiùni! - implorò concitato il signor Liborio, come se cascasse dalle nuvole. - E quannu la scrissi?
- Mentre lei scendeva dalla macchina.
- Fici li cursi. E s'av'a pagari?
- Ncà ciertu, - tagliò corto la vigilessa, mentre gli porgeva copia della multa staccata da una libretta.
La risposta inequivoca della vigilessa dissuase il signor Liborio da ulteriori lamentele, che se ne tornò in macchina rigirando il foglietto color salmone tra le mani. La multa gli sembrava esagerata.
"Putenza di lu gibbiùni!"






N.B.
Gibbiuni è accrescitivo di gèbbia o gièbbia, termine di origine araba che sta ad indicare una vasca contenente acqua per diversi usi tra cui abbeverare gli animali, irrigare i campi, azionare i mulini ad acqua.
Ma nell'espressione di cui sopra il familiare e utile gibbiùni mi pare sia evocato o invocato, nei casi più imprevedibili, a rafforzare la meraviglia, o quasi fosse un nume tutelare, giudice giusto, olimpico notaio, che si vorrebbe come testimone o  in risarcitorio soccorso. O semplicemente pronto a chiudere un occhio.

La genesi vorrebbe che l'espressione Potenza di lu gibbiùni! l'avesse esclamata un contadino alla vista, per la prima volta, dell'immenso mare e  commisurandolo alle gebbie che aveva visto in vita sua.



I POST DEL MESE. Maggio 2013

mercoledì 29 maggio 2013

IL SENSO DELLA VITA A VILLA GIULIA






L'altro giorno mi trovavo per impegni di lavoro a Villa Giulia e sono tornato a rivedere con piacere i luoghi dove portavo qualche volta la mia bambina da piccola: il cielo azzurro, le palme altissime,  i viali alberati, le esedre, i fiori, i colori, le rondini saettanti, e sempre pochi bambini. Poche persone. Qualche coppietta. Un paesaggio assolatamente lunare, metafisico, come nei quadri di De Chirico. 

"Dove sono attri bambini?" mi chiedeva lei immancabilmente. 

"A scuola" rispondevo. "Anche tu ci andrai quando crescerai".


E' cresciuta e ora io mi trovavo a Villa Giulia mentre lei, cresciuta come gli "attri", si trovava a scuola. 

E' la vita. 


E mi sono messo a fotografare quasi con voracità.



































Foto proprie, realizzate con la fotocamera del telefonino

martedì 28 maggio 2013

NOTIZIA ARCHEOLOGICA CHE FA (DIS)PIACERE




La notizia che ho appreso dal TGR venerdì scorso mi ha fatto sicuramente piacere ma indirettamente dispiacere, quasi per una forza di rinculo della stessa notizia come avviene al cacciatore col fucile ancora fumante quando spara al bersaglio: magari lo centra ma il calcio del fucile che arretra rischia di fare male al punto d'appoggio.



La notizia è che Campobello di Licata è l'unico paese dell'agrigentino ad avere una mappatura completa dei siti archeologici, circa 170,  e si appresta ad avere il suo Antiquarium dove adunare i vari reperti rinvenuti.
Dal tono degli intervistati emergeva che il risultato era stato possibile grazie alla collaborazione virtuosa dell'Archeoclub locale e della Sovrintendenza.
Un risultato comunque raggiunto anche grazie alle diverse e sistematiche campagne di scavi di cui Campobello è stato meta. 



A quanto pare Sant'Angelo Muxaro si avvia a seguirne le orme. 



E Racalmuto perché no? 



La domanda poggia su alcune constatazioni: non mancano i siti, non mancano i reperti,  non sono mancati incipienti scavi, non è mancato l'interessamento della Sovrintendenza, anzi, brucia ancora il rammarico di una campagna di scavi annunciata anni fa, già finanziata, e poi non avviata. Né mancano gli appassionati e studiosi, per un periodo di tempo in paese è stata aperta una sezione dell'Archeoclub, oggi è attiva una sezione di Siciliantica. 



Non mancano gli studi per supportare il patrimonio esistente e incentivare ricerche future. Eppure... nulla. O quasi.


Forse occorrerebbe una maggiore convergenza e concordia tra le diverse conoscenze, energie e risorse locali per sostenere fattivamente e continuativamente nel tempo la passione archeologica e tutti insieme sensibilizzare e coinvolgere le scuole, suggerire a studiosi,  giornalisti e intellettuali  più o meno stanziali o  di passaggio una diversa e diversificata lettura del nostro territorio per non incorrere in riflessi da condizionamento pavloviano o meccanici innamoramenti, sollecitare le istituzioni, individuare idonei locali che non mancano, reperire i fondi strettamente necessari, fino a farla tramutare, quella passione, in fatti, in azioni concrete, in un Antiquarium almeno. 


E da lì ripartire.


Ponte di Gianfilippo, fronte sud.  In secondo
piano necropoli preistorica all'interno di un ovile.







Immagini tratte dal volume di Angelo Cutaia, L'itinerario arabo-normanno Sutera Agrigento nel libro di Al Idrisi, Composizione e stampa Siculgrafica s.c.ar.l., Villaggio Mosè 2000.

Si ringrazia l'Autore per la gentile concessione.

Intanto nel mondo:


Per leggere altri post sullo stesso argomento, clicca sotto tra le etichette: archeologia a Racalmuto


lunedì 27 maggio 2013

SUI COMMENTI



Alcuni amici che seguono il blog mi riferiscono che incontrano difficoltà a postare i loro commenti nonostante seguano la procedura e digitino il codice alfanumerico o addirittura quando pensano di averla eseguita a puntino non vedono pubblicato ugualmente il commento. 

In questo caso potrei impedirlo io come amministratore del blog, divieto a cui ricorro soprattutto in caso di anonimato, ma il bello è che tanti commenti manco mi vengono notificati e perciò non li ho mai letti. 
Ciò chiarisco in segno di rispetto verso i lettori ed eventuali commentatori del blog.

Per ogni eventuale dubbio invito a scrivermi  (e a rispedire il commento) all'indirizzo di posta elettronica p.carbone4@tin.it oppure su fb.

domenica 26 maggio 2013

E' SUCCESSO QUALCOSA?




comu prima assistimata*
                                                                                                               A chi muore. Intanto.
  Perché ci crede.



Nun fu lu chiummu
e mancu la lupara.
Fu un tirrimotu,
pàrsi finì lu  munnu.
Ficiru santari l’autostrata.
Cu di Palermu ora va a Capaci
la trova comu prima assistimata.








risistemata come prima


Non è stato il piombo
 e neanche la lupara. 
È stato un terremoto,  
sembrò fosse  finito il mondo. 
Hanno fatto saltare l’autostrada. 
Chi da Palermo ora si reca a Capaci 
la trova bella e risistemata.




*da una raccolta inedita.

Foto proprie

sabato 25 maggio 2013

UNA VEGLIA PER PADRE PUGLISI




"Una veglia di festa e di preghiera", 

hanno detto ieri sera, 

sulla scorta del pensiero

"La vita genera la vita,

la morte nulla può generare"

di Padre Puglisi.

Il sangue è stato sparso.

Invano?

La gente era riunita

dove sorgerà una chiesa

in via Fichidindia

a Brancaccio 

nel cuore di Palermo.

L'area, confiscata?

Chissà come sarà il progetto!




Laici clero autorità

giovani suore scouts

provenienti da tutta la città

da tutta la Sicilia.

Vescovi arcivescovi prelati

tanti, non tutti

domani, forse,

i flash abbagliavano.

Tutti per Padre Puglisi

morto ammazzato.

C'era da meditare.

Anche Pappalardo

 hanno nominato.

Ognuno illuminavano

 le fotoelettriche dei militari .

Folla

 composta raccolta accanto a me

 un giovane frate, meritevole

che ce ne siano di questi tempi,

 masticava una chewingum.

Amen.


























http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/05/la-resistenza-alla-mafia-rende-santi.html