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giovedì 28 luglio 2016

MISTERO A RACALMUTO. Si tratta di un muro. O di un murales?



Erano i primi di luglio. Mi ha colpito la riservatezza, o meglio, il fare misterioso, quasi a nascondersi, delle due ragazze che a terra accosciate armeggiavano con colori e rulli: la cosa mi avrebbe lasciato indifferente o rispettosamente lontano se non fosse stato che erano davanti ad un muro pubblico. 

E quando c'è aria di "lavori in corso" nelle strutture pubbliche e spazi di pertinenza non si può stare tranquilli perché alla curiosità subentra l'apprensione: sono sempre in agguato interventi della cui inadeguatezza o inopportunità  o semplicemente modalità (lo dico col condizionale) ci si potrebbe rendere conto a lavori ultimati quando spesso nulla si può fare per ritornare indietro. 
I recenti lavori alla Rupe del Bastione non insegnano nulla? 

E andando indietro nel tempo, se ci fosse stata una scaltrita sensibilità civica e più interessamento, disinteressato, forse avremmo ancora in piazza i basoli in pietra lavica al posto dell'asfalto, e l'acciottolato al Piano della Badia invece del catrame, e le facciate di talune chiese meno "ducotonate", e la Pescheria ripristinata, e la Fontana di San Pasquale nella solenne semplicità originaria...


Ma qui si trattava di un semplice e recente muro in cemento, almeno apparentemente. 
Tuttavia, essendo di pertinenza pubblica, l'interessamento non era curiosità da perdigiorno ma quasi un dovere civico, anche se è scomodo e contro ogni tornaconto esercitare una coscienza critica, attiva e partecipativa. E' molto più comodo far finta di non vedere, coscientemente tacere. 
Sennonché, in questi casi non si può dire "mi faccio i fatti miei", "che me ne importa". Importa, importa. Eccome! Sarà il cittadino alla fine a fruirne. E ognuno di noi lo è.


Dunque, mi avvicinai. Chiesi delicatamente che lavori stessero facendo; a primo impatto, invece di una risposta ci fu quasi uno schermirsi. E perché mai? Cosa c'era da nascondere? Subito però compresi che non c'era da nascondere nulla perché le due ragazze non parlavano l'italiano e avevano difficoltà a farsi capire. 
C'era anzi una tale voglia di comunicare che alla fine compresi perfettamente: sul muro in cemento dovevano realizzare un murales; la difficoltà di farsi capire era dovuta al fatto che io non sapevo il polacco. 


La voglia di comunicare, miracolosamente, fece dissolvere il muro linguistico  che prima era un impedimento: le simpaticissime Agnieszka Śmiech e Beata Kukawska, questo il loro nome dalla pronuncia non facile,  erano polacche e frequentavano Università di Maria Curie-Sklodowska University di Lublino, erano ospiti del comune di Racalmuto all'interno di un progetto che prevedeva scambi culturali con alcune cittadine della Polonia. Ne fui contento.


Andai via, ma con una grande curiosità.  In realtà hanno fatto qualche riferimento riguardante il soggetto del murales e i possibili riferimenti pittorici, ma più che rivelarlo in anticipo mi piace vederne gli sviluppi, come giusto che sia.



Dopo una decina di giorni la parete, appositamente preparata, incominciava ad "animarsi". 


Oggi ho visto che sulla bianca parete da affrescare è comparso RA-CALM-UTO.



Rimane ancora tanta superficie da affrescare: buon lavoro, ragazze.


Fateci sognare! 


Al prossimo appuntamento.


ph ©piero carbone



giovedì 14 luglio 2016

GEMELLE O GEMELLATE? VICENDE PARALLELE TRA RACALMUTO ED ENNA. Archeopatie

Un costone, segnali di crolli, il paventato pericolo, la valenza archeologica, il rimedio.

Era fatale che il Dossier della Rai postato da Gaetano Marchiafava su fb non sfuggisse ad Angelo Cutaia da cui l'ho condiviso, anzi, era il caso farne un post, un ulteriore post,
per quel poco che può servire,
venendo indirettamente però a rimarcare silenzi, ulteriori silenzi, di altri,
dei distratti e magari degli omissivi.

La vicenda di Enna è per certi aspetti simile a quella di Racalmuto. Con esiti diversi.
A Enna addirittura la Soprintendenza non ne sapeva nulla, dell'intervento discutibile in corso.
Speriamo serva sempre che lo sappia.
Ne ha parlato la RAI con un apposito servizio.
Che fa? Ci gemelliamo! I punti di contatto non mancano.
Lo suggerisce l'adagio: 
Aver compagni al duol scema la pena!
Scema?



ENNA













RACALMUTO
























mercoledì 23 marzo 2016

L'ALLARME DI ANGELO CUTAIA PER LA RUPE DEL BASTIONE. Il cemento non cancelli le pietre del passato



Di blog in blog per salvaguardare le nostre "pietre"

Faccio eco al blog Regalpetralibera 
e per dare ulteriore risalto all'allarme lanciato da Angelo Cutaia 
riporto la relazione tecnica pubblicata sulla bacheca fb
circa i lavori di messa in sicurezza della Rupe del Bastione,
nella speranza di coniugare sicurezza, integrità del paesaggio e salvaguardia del sito di interesse archeologico.
Si dovrebbero così, credo, scongiurare guasti e stravolgimenti al presente e nel futuro, stravolgimenti e travisamenti che purtroppo si sono consumati in passato: altre filosofie! 
Le osservazioni di Angelo Cutaia, non vincolato da alcun incarico,  discendono dalla sua competenza professionale e da disinteressato amore per le care "pietre", impregnate di memoria, del nostro paese.
Intanto, i lavori della messa in sicurezza stanno iniziando secondo un progetto che, si spera, tenga conto delle cautele che la specificità del sito richiede. 
Sarebbe interessante presentare pubblicamente in una assemblea aperta il progetto che si intende attuare, non per disconoscere le competenze di chicchessia ma per confrontarlo, come suggerisce Ettore Liotta, con la sensibilità dei cittadini che a diverso titolo possono accettarlo e farlo proprio discutendolo e apportando eventuali contributi, in quanto attori e fruitori del paesaggio urbano, in quanto portatori di una sapienza che i nostri padri esprimevano sapidamente nella loro/nostra lingua ovvero sapi cchiossà un pazzu n casa sò ca un pazzu n casa di l'antri. Da prendere cum grano salis, s'intende. P. C.
RUPE
SOTTO LA FONDAZIONE SCIASCIA
(DEL BASTIONE)
RACALMUTO
RELAZIONE TECNICO-CULTURALE

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO
La Rupe del Bastione si trova lungo la via Gen.le Macaluso e sottostante gli edifici del serbatoio idrico comunale Fico, dell’Enel e della ex Centrale ENEL, oggi sede della Fondazione Sciascia.
In cima della rupe vi sono i detti edifici ed i muretti di recinzione, proprio sul ciglio della parete.

INQUADRAMENTO ARCHEOLOGICO
L’abitato antico, greco-romano-bizantino di Racalmuto è posto in contrada Roveto – Grotticelle. Le grotticelle sono una necropoli bizantina ricavata nella roccia e sono costituite da ingrottati che ospitano due o più loculi (bisomi e trisomi). Nei secoli bizantini, VI-IX, si sviluppò inoltre un abitato rupestre lungo tutto il versante nord della collina del Roveto fino, a raggiungere l’attuale abitato di Racalmuto, con centro nel quartiere Madonna della Rocca e zone adiacenti. 

Ancora oggi le case del centro storico hanno, quasi tutte, delle grotte sotto di esse. Nel limitrofo comune di Grotte sono in tale numero da aver dato il nome al paese.

Dal 726 in poi, data dell’editto iconoclasta dell’imperatore d’Oriente Leone III Isaurico, con il quale si vietava l’uso delle immagini divine e dei santi, molti monaci basiliani si trasferirono in Occidente ed in Sicilia, dove condussero vita eremitica. Scavavano, in luoghi solitari o periferici, delle cellette modeste e quasi inabitabili, dove si sottoponevano a incredibili penitenze: le laure. La devozione e la moda religiosa del tempo, l’isolamento per gli esercizi spirituali, li spingeva a realizzare delle laure a mezza costa, praticamente inaccessibili se non a mezzo di scale o di funi, Questi eremiti, dalla vita esemplare per santità cristiana, venivano visitati dalla popolazione locale per consigli spirituali e medici e presto vennero detti Calogeri, bravi vecchi. Il culto di S. Calogero è ancora ben vivo nella Sicilia Centromeridionale. 

Nella Rupe del Bastione a causa della sua distanza dal centro abitato e per la posizione inospitale esposta a nord, si è conservato un lembo di questo mondo trogloditico ed eremitico. Troviamo infatti due grotte di abitazione, una posta sotto la Fondazione Sciascia, con ancora la porta, dove in anni non lontani si allestì un presepe, ed altra verso Est, sotto il muro del Bastione.

In un canto della rupe si riconosce una laura a mezza altezza, ed in basso una grande nicchia, che doveva ospitare l’altare per la messa ed una nicchia più in alto per deporvi una immagine santa, la Madonna o il Cristo, asportabile per non essere scoperta dai funzionari dell’impero bizantino iconoclasta, i quali comminavano pene severissime agli adoratori delle immagini. 

Gli arabi, dall’827 in poi, riutilizzarono queste abitazioni trogloditiche nel nuovo rahal Mut, la stazione postale di Mut. Questo occupava l’attuale quartiere della Madonna della Rocca, e ricadeva lungo la strada che da Licata, Castrofilippo, Culmitella, Roveto, Rahalmut, proseguiva alla volta di Sutera-Palermo. 

Anche sotto gli Arabi il cristianesimo greco ortodosso bizantino non venne meno. Al Idrisi, l’autore della geografia detta Libro di Ruggero, dice che Al Minsciar, ossia la collina del Serrone-Roveto, era abitato e coltivato dalla popolazione autoctona, da distinguersi dagli Arabi o dai Normanni, ossia bizantina.
Dalle considerazioni suesposte circa l’individuazione di grotte e tracce dell’eremitismo bizantino , si evince l’importanza culturale e storica del sito, che andrebbe subito tutelato. Stupisce che di questa e di altre, sempre lungo lo stesso costone roccioso, la Soprintendenza non si sia mai occupata.

GEOMORFOLOGIA
Costituita da un ammasso roccioso calcareo di formazione gessoso-solfifera, con parete ad andamento sub verticale, presenta due strati sovrapposti separati da una deposizione trubbacea orizzontale, spessa da uno a due decimetri. Tale situazione morfologica da deposizione della serie gessoso-solfifera è comune nel territorio e si riscontra anche nella roccia di base del Castelluccio di Racalmuto. 

La rupe non presenta alcun movimento franoso, contrariamente a quanto si voglia far credere con la sua classificazione R4, ossia di frana attiva. Inoltre ammassi rocciosi di tale natura in zona mai sono franati. Il costone roccioso presenta solo ammaloramento superficiale dovuto esclusivamente all’azione delle radici della vegetazione e nel complesso è sicuro e stabile come dimostra la mancanza di lesioni negli edifici e nei muri di recinzione sovrastanti.


LAVORI PREVISTI
I lavori prevedono un muro altro 2,80 metri alla base, con reti di acciaio trattenute da un altro muro in cemento armato in testa. Se ne può soltanto immaginare lo scempio visivo poiché il progetto non è stato reso pubblico. Un tale intervento è sovradimensionato rispetto ai modesti problemi della roccia, irreversibilmente dannoso per l'estetica della rupe e per lo spreco di soldi pubblici.

LAVORI ALTERNATIVI PROPOSTI
Si possono e si devono attuare gli interventi di messa in sicurezza i quali riguardano non gli edifici soprastanti quanto il marciapiede sottostante, senza però alterare la bella integrità della bella rupe.
Così come in altri posti, sinteticamente, occorre effettuare:
- diserbo totale della sommità della rupe;
- mummificazione chimica di tutte le radici, le uniche responsabili dei recenti crolli;
- demolizione dei modesti scudi di roccia pericolanti;
- sarcitura della faglia sub orizzontale e di piccole lesioni con materiale lapideo dello stesso colore;
- qualche sottomurazione con pietre calcaree e malta di calce e sabbia bianca, come opportunamente e con successo effettuato in un tratto dall’ENEL anni fa.
In questo modo si conserverebbe la bellezza della roccia naturale.
Racalmuto li 23 03 2016 Ing. Angelo Cutaia






Precedenti commenti, sempre su fb, in seguito ai timori paventati da Angelo Cutaia:

Confermo: la rupe va consolidata in alcuni punti, ma non coperta da inutili muri in cemento armato che sfigurerebbero la bella e archeologica parete rocciosa che nel complesso è molto stabile e comunque non presenta pericolo per la sicurezza degli edifici soprastanti. Ing. Angelo Cutaia.

Video intervista ad Angelo Cutaia, ingegnere e storico. L'interessante area archeologica si trova vicino la sede della Fondazione Leonardo Sciascia. BLOG STO...
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Commenti
Piero Carbone Vigiliamo sulle nostre memorie di pietra! Appena il progetto è pronto facciamolo presentare pubblicamente ad un'assemblea appositamente convocata, nella speranza che tante persone sensibili partecipino e il responsabile del progetto esponga pubblicamen...Altro...
Angelo Cutaia Di Racalmuto Stavolta è meglio che la fai tu. Essendo tecnico mi attaccherebbero dicendomi invidioso.
Piero Carbone
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Salvatore Mulè Carmela Mammoliti Condivido e mi associo per la conservazione delle grotte rupestri a testimonianza del passato, la cementificazione si deve evitare assolutamente
Angelo Cutaia Di Racalmuto Il progetto è pronto e prevede un muro di tre metri ricoperto da lastre calcaree di cui è facile prevedere la bruttezza. La Soprintendenza ai BB CC nulla sa delle grotte preistoriche.
Piero Carbone ma nooooo! promuoviamola questa riunione, almeno i tecnici sanno che devono quanto meno rendere conto e ragione pubblicamente della filosofia del loro restauro
Angelo Cutaia Di Racalmuto forse i lavori sono iniziati.
Piero Carbone sembrerebbe; bisognerebbe organizzare quell'assemblea per un incontro "culturale" invitando gli estensori del progetto
Piero Carbone

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Ettore Liotta Il luogo va preservato nel suo stato attuale. Eventuali necessarie opere di consolidamento e sicurezza devono avere il minimo impatto visivo ed ambientale. Buona l' idea di un' assemblea pubblica.


link correlato:

"Lavori consolidamento Bastione" di Gian J. Morici

http://www.lavalledeitempli.net/2016/03/23/racalmuto-ag-lavori-consolidamento-bastione-allo/

Angelo Cutaia: "Possibile che l'integrità della Rupe sotto la Fondazione Sciascia stia a cuore più ai non Racalmutesi? Perché i nostri intellettuali e politici tacciono?"
Piero Carbone: "Già! Perché? Omissione interessata o disinteresse?"