martedì 9 gennaio 2018

GLI "ENORMI SENI" DI PROIETTO, SECONDO FORTI. Testo di presentazione alla recente mostra di Favara


Testo di presentazione  di Claudio Forti alla recente mostra di Giovanni Proietto
tenutasi nello Spazio Medinova della Farm Cultural Park diFavara



LA PERFEZIONE HA UN DIFETTO
di
Claudio Forti

“Non c’è bellezza perfetta
 che non abbia qualcosa di sproporzionato”.
Sir Francis Bacon



La Donna non è un calcolo matematico, né un sogno fatto di perfezione. La Donna è carne, sangue, vita, creatività.
Le opere di Giovanni Proietto sembrano uno spot del possibile e del realistico, a scapito dell’ipocrita leggiadria dell’impossibile. Le meraviglie che l’arte classica ci ha donato, sono, in gran parte, il frutto di un freddo calcolo matematico, di quella “sezione aurea” considerata il lasciapassare. Il “ticket to ride” per la Bellezza. 
L’equilibrio delle forme, le perfette dimensioni di un salone o di una cattedrale hanno permesso l’evolversi dell’architettura e dell’Arte in generale, fino alla moderna fotografia. 
La Donna perfetta, piuttosto, rappresentata secondo i rigidi canoni delle proporzioni matematiche, ci appare oggi, pur ammirandone il perfetto equilibrio e l’angelica beltà, poco in linea con un mondo che ha scoperto, nell’analisi dei propri difetti, l’unico mezzo per progredire nella stagnazione di un presente tecnologizzato ed impersonale.


Le opere di Proietto, le sue donne, spesso in atteggiamenti chiaramente sessuali o sensuali, talvolta circondate da gatti, rappresentano la conciliazione finale tra il dis-equilibrio delle forme e la Bellezza. 

Una Bellezza che, superata la sequenza di Fibonacci e quant’altro, ridona alla Donna libertà di espressione, sensualità verace, maternità prosperosa e felice, derivante da un sesso gioioso, rivalutando l’ovoidale idea della “dea madre”, inserita in un tripudio di tinte tipicamente mediterranee. 
Enormi seni, corpi femminili che non devono rispondere ad alcun canone di bellezza prestabilito, che portano, senza giungere all’astrattismo, ad una parziale destrutturazione della materia, pulsante di vita propria ed esposta ai colori dell’arcobaleno. Figure che raggiungono il loro zenith, tendendo alla sfera, all’uovo perfetto.

Sembrano i ritratti di Donne pronte alla trasmutazione, alla trasformazione definitiva che porta la materia, dalla sua massima espressione alla rarefazione del “dopo”. Un nuovo ed originale percorso verso la Bellezza, quella vera, quella quotidiana, senza fredde ed agiografiche speculazioni matematiche, ma intrisa, di sesso, di liquido seminale, di sangue e placenta. E di gatti.
“La perfezione ha un grave difetto; ha la tendenza ad essere noiosa”.



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