sabato 6 gennaio 2018

GIOVANNI PROIETTO NELLO SPAZIO MEDINOVA ALLA FARM CULTURAL PARK DI FAVARA FINO A DOMANI. Una pittura non "agra" anche se si dipingono limoni

Il testo  di Luca La Porta, riportato nel Post,  si riferisce ad una precedente mostra tenuta ad agosto ma nelle sue osservazioni critiche e nella sua analisi rientra anche la mostra in corso alla Farm Cultural Park  di Favara e comprende anche nuovi lavori, in particolare Tintinnabula, il quadro realizzato in estemporanea a Burgio in occasione dell'edizione di Dedalo 2017 e che è stata utilizzato come copertina dell'omonima pubblicazione di Ezio Noto ed edita da Medinova.







 

 

 











ph ©archivioepensamentiblog


Anteprima
di 
Luca La Porta
Anteprima è il titolo della personale di Giovanni Proietto che sunteggia gli ultimi 8 anni della sua attività pittorica, dal 2009 al 2017. Si tratta di una mostra che offre al pubblico una vasta selezione di opere – dipinti ad acrilico, tecniche miste, disegni a grafite, libri d'artista – che tematizzano prevalentemente l'eros, la donna, la natura, il mito, la Sicilia, contraddistinte dall' estrema luminosità del registro cromatico tutto risolto con colori puri, tra i quali il rosso, il celeste, il verde il giallo, l'arancio, e da una solidità plastica che deriva non soltanto dalla semplificazione elementare e geometrizzante delle forme, ma soprattutto dal dominio equilibrato delle relazioni del quadro. 

In linea con il principio cézanniano dell'arte come armonia parallela alla natura, Proietto ignora qualsiasi espediente prospettico e illusionistico e risolve la composizione del quadro in una rigorosa sintesi costruttiva che presenta analogie con la composizione musicale. 

Alla musica rimandano, oltre che l'armonia delle tinte perfettamente bilanciate, anche il ritmo cadenzato delle linee sinuose dei contorni delle figure.

In Bestemmia del 2009 il rosso intenso di un tramonto riecheggia nei riflessi di fuoco della figura defilata a sinistra. Il colore, acceso e antinaturalistico, si identifica nella luce e nello stesso tempo sembra suggerire stati d'animo, mentre la pennellata vorticosa assume già uno spessore materico.


Risale al 2013 una serie di dipinti sull'eros in cui l'architettura compositiva e, in particolore, la sottolineatura più rigorosamente ritmica dei geometrismi evocati dalle forme del corpo femminile riesce a sostenere un cromatismo violento.


A partire dal 2016 Proietto comincia a dipingere un ciclo di opere in cui donne nude colte in pose esageratamente sensuali appaiono tra gli alberi di un giardino di limoni. 

Qui la linea, incisa con un particolare bulino o con una matita, tende all'arabesco rapportando le figure al piano e accentuando il suo valore musicale; i rami degli alberi e i frutti di limone hanno un valore decorativo; il tocco della spatola lascia sulla tela macchie di colore che si dilatano in una stesura piatta dando vita a piani che si intersecano in vivacissime tarsie cromatiche.

L'accento posto sull'armonia interna alla plastica dell'immagine implica la volontà di ribadire un rapporto con la tradizione classica: l'arte che sogna Proietto è venata da una nostalgia classica anche se rinuncia al naturalismo e all'ordine, e dunque all'apollineo della forma, poichè è pur sempre un'arte di equilibrio, di purezza e di tranquillità.

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