lunedì 11 dicembre 2017

ECCO, RAINA di Santo Lo Curzio




Zaccanello, 10 dicembre 2017
Felice domenica sotto il pino allo Zaccanello con il soprano Raina Nicolova Infantino, il maestro compositore Domenico Mannella, il basso Salvatore Salvaggio,
 il poeta Santo Lo Curzio nipote dello scrittore Guglielmo Lo Curzio. Grazie

Ecco, Raina

Stupita, emozionata, nel dire grazie
così l’ultima frase quasi non usciva
restava sospesa nell’aria, nel tempo
accompagnata dal gesto delle mani
dall’espressione del viso luminoso
dallo stringersi soave delle labbra
dagli occhi di mare cangianti, svelti
dolce, esile, gioia vestita d’azzurro
dall’alma guizzante lingua di fuoco
donna, passione d’attrice, istriona,
incanto di tutti i teatri del mondo
cantante potente, tenera, sublime.
Lei già bimba era amante dell’arte
fedele ad essa tutta la vita, devota,
ricca d’estro, traboccante di lava,
brava, bella, mai stanca, amabile,
dalle estensioni vocali da brivido
imprevedibili ma esatte, limpide.
Ella adorava i creatori dell’Opera,
le musiche di quei profeti e poeti
e nel canto, nella scena, nel palco
era come se le trame del dramma
ed il phatos si compisse di nuovo!
Ah ecco quasi mi scordavo di dire
alcune significanti banalità infatti
le piacevano le castagne dell’Etna
le noci, il pane di casa, le arancine
il miele di carrubo, di nipita, timo
i fichi d’india quelli rossiamaranto,
le buganvillee viola vicino alle rose
tuttosommato lei adorava la Sicilia.
Che altro dire d’oltre se non il nome
breve ricamo, segno, cesello: Raina!








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