giovedì 13 ottobre 2016

ATTENTI, LA "LUPA" È TORNATA. Il film "Sul'amuri" di Volpe, ispirato alla novella di Verga, riparte dal Cinema Mezzano di Porto Empedocle

 Era stato presentato il 18 luglio scorso al cinema Mezzano di Porto Empedocle solo per il cast e i giornalisti, oggi, il film "Sul'amuri" di Giovanni Volpe, ispirato alla novella di Verga, sarà proiettato di nuovo al Cinema Mezzano per il pubblico e iniziare così un cammino che auguriamo lungo e fruttuoso.
L'annuncio della Proiezione del lungometraggio è stato dato mercoledì scorso 12 nella sede del Distretto Turistico Valle dei Templi, diretto da Gaetano Pendolino, che lo ha sponsorizzato tramite la Film Commission.


Il film “Sul’Amuri” di Giovanni Volpe credo possa intendersi e collocarsi come una rivisitazione della Lupa di Verga, in dialogo più o meno implicito con precedenti e rinomate rivisitazioni; si ricorre coraggiosamente, secondo una peculiare poetica, anche ad attori non professionisti, facendo di necessità virtù per la ristrettezza di mezzi. Muovendo da queste premesse, il film raggiunge lo scopo, non scontato, di offrire una rilettura autonoma ovvero di attualizzare l’ancestrale tema verghiano dell’amore passionale rusticano, reinterpretato con moderne, inedite ragioni.



L’ambientazione familiare delle scene in siti e territori agrigentini, dettata plausibilmente anche dalle incombenti ragioni pratiche ed economiche, risulta un inedito accostamento dell’amoroso tema verghiano con territori e plaghe caratterizzati da altre tematiche e visioni letterarie. Non doveva apparire letterariamente inopportuna o scenicamente sbagliata l’incursione in territori riconoscibili o riconosciuti ad esempio come pirandelliani e sciasciani.



Il regista di “Sul’Amuri”, lungi dal rimanere incastrato in citazioni autorevoli e suggestive, ma estranee e allotrie al film, non è disposto a compromessi o cedimenti diversamente allettanti e pertanto non  rinuncia  alla sua idea di cinema indipendente, ovvero alla sua poetica, e quindi ad una dimensione teatrale dove corpo e parola intagliano sensi e significati esistenziali e sociali, resi ancora più drammatici e dilemmatici dal taglio e accostamento delle scene, dai forti contrasti della  fotografia, dalla musica evocativa o incalzante.


In quest’ottica, l’incipit di “Sul’Amuri”, che potrebbe risultare “lento” o eccessivamente insistito sui primi piani drammatici e i monologhi ripetitivi e ossessivi, risulta un ritmo voluto dal regista come una citazione di se stesso, una riconoscibilità del suo stile che abbiamo riscontrato nel precedente  lungometraggio “Preghiera”  dove morali pensamenti del regista diventano, in maniera forte,  attori dialoghi scene musica.


Con siffatta idea di fare cinema, il regista Volpe ambisce – come ha dichiarato apertamente – di fare incontrare il film con il grande pubblico, di farlo proiettare nelle multisale dove per altri tornaconti si assiste al fenomeno dei film  realizzati secondo una certa idea di successo, per fare incassi insomma, e non secondo un’originale e arrischiata poetica d’autore.
                                                                             









 
            
Testo e foto (risalenti alla proiezione del 18 luglio 2016)  ©pierocarbone

Seguono materiali pubblicitari a cura della produzione:









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Agrigento Oggi
http://www.agrigentooggi.it/agrigento-presentazione-del-film-di-giovanni-volpe-sulamuri/
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