sabato 13 dicembre 2014

CAMILLERI SÌ, CAMILLERI NO




Camilleri, sì? Camilleri, no? 
No, non si tratta di questo: sarebbe una questione mal posta. Sarebbe l'ennesimo, inutile referendum. Forse utile ai giornalisti che semplificano eccessivamente e ammiccano a presunte polemiche e a corrucciati duelli che tanto attirano il pubblico, ma non utile ad affrontare una questione, un problema, qualsiasi esso sia, per comprenderlo e arricchirlo con altri apporti e ragionamenti altri. 
E questo non vale solo per Camilleri s'intende!
Nè può considerarsi "critica letteraria" il commento di quel giornalista (non certo l'ultimo) che, a prescindere dalle considerazioni precedenti, concludeva con aria di realistica saggezza: "è pur sempre il primo in classifica nelle vendite!".

Le vendite, in sé e solo in sé, non sono un biblico criterio ermeneutico.

Qui di altro si conciona.

Il ventaglio di commenti che ripropongo, col consenso dei rispettivi autori, è stato causato da un link che ho condiviso su facebook dal blog culturale di Minimum fax "Minima et Moralia": potrebbe offrire spunti di riflessione non solo nel merito delle questioni sollevate ma intorno a un metodo ovvero al modo di intendere lo scambio di opinioni diverse anche sui social network.




Stralcio di un'intervista al "re dei traduttori" Jean Paul Manganaro:

"[...]E, visto che ci siamo, cosa pensa di Camilleri?
"Non lo considero un vero scrittore, ma un autore di consumo. E attenzione: il boom di Camilleri in Francia non c'è mai stato: alcuni editori hanno comprato i diritti a prezzi altissimi ma non c'è stato ritorno. Insomma, una grande disdetta".

Come se lo spiega?
"Il fatto è che Camilleri scrive per un tipo di società e di lettore che gli va a genio. Queste condizioni non possono essere identiche altrove. Non c'è piena fusione col tessuto sociale. [...]"

Salvatore Ferlita, "Jean Paul Manganaro: Camilleri? Un autore di consumo", "Repubblica" del 10 dicembre 2014. 

Per leggere l'intera intervista clicca il link:


Piace a Lillo Mendola e Giovanni Salvo.


Lillo Mendola
10 dicembre

D'altronde lo ha ammesso lui stesso in una recente intervista alla Rai. Montalbano è un prodotto in serie si muove nei meandri della quotidiana cronaca.



Piero Carbone

tutto non si può



Angelo Campanella

I romanzi di Camilleri con protagonista Montalbano sono certamente di consumo, ma non dimentichiamo che Camilleri è autore anche di ottimi romanzi storici, come "Il re di Girgenti", "La concessione del telefono", "La mossa del cavallo" (per citarne solo alcuni). Nei romanzi storici Camilleri ha ampiamente dimostrato di essere un autentico scrittore e di sapere padroneggiare le lingue e i registri linguistici, di sapere consultare documenti d'archivio e di saperne scrivere ad hoc. quanto il traduttore afferma sul pubblico internazionale è vero, ma questo è valido per tutti gli scrittori.
Nei miei viaggi all'estero, mi piace andare per librerie per rendermi conto dei gusti letterari nei vari paesi e i libri di Camilleri li ho visti in bella mostra nelle librerie di Francia, Germania, Spagna, Grecia. Scusate se è poco.



Lillo Mendola

I romanzi con Montalbano sono una cosa, una sorta di filone d'oro da sfruttare, ha già scritto la morte del commissario , epperò sono serviti a far scrivere le vere opere: i romanzi storici.Sarei curioso di capire come l'abbiano tradotto e reso Salvo in tedesco



Piero Carbone

Caro Angelo, hai fatto bene a integrare con le tue considerazioni critiche, condivisibilissime, le valutazioni del traduttore siculo-francese; discutere fondatamente su un autore, ma ciò vale non solo per Camilleri, rilevando punti forti e punti deboli, credo che sia più onesto e rispettoso di un frainteso, o peggio: interessato, tifo. Anche Camilleri penso apprezzrebbe una sincera critica e la preferirebbe a un acritico tifo.



Angelo Campanella

@Lillo Ho letto La pensione Eva in francese e ho notato che il traduttore ha provato a riprodurre la lingua ibrida di Camilleri storpiando le parole, che restano riconoscibili e comprensibili. Credo, quindi che il lettore francese possa avere un'idea dell'interessante scelta linguistica di Camilleri. Posseggo anche un Camilleri in neogreco, ma non sono in grado di valutare le scelte del traduttore, per la pochezza del mio neogreco (lo capisco a stento).



Alfredo Polizzano

Al di la di tutto ciò che si potrebbe dire sul "filone d'oro Montalbano" e della riconoscibilità di Cammilleri all'estero, al mio personalissimo gusto Cammilleri non piace: è vero che la peculiarità degli scrittori siciliani sia uno stile di scrittura non semplice e a volte troppo arzigogolato, Bufalino e Sciascia ci hanno abituato a neologismi funzionali al testo, ma la lingua e lo stile di Cammilleri li trovo a volte esasperanti coupe de teatre a scene altrimenti banali. Bisogna sempre distinguere una bella storia da una storia scritta bene. D'altra parte noi siciliani siamo troppo fortemente nostalgici anche di ciò che non abbiamo vissuto e non mi stupisce che i "romanzi storici" siano così apprezzati (altro filone d'oro sfruttato dal nostro autore?).




Foto (proprie) di stucchi del Serpotta (Palermo)



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