mercoledì 24 settembre 2014

TRA IL DIAVOLO E L'ACQUA SANTA. A Gaspare Agnello il Premio antimafia "Salvatore Carnevale"





la premiazione il 23 settembre a Galati Mamertino (Me)


"Sono stati assegnati i premi antimafia Salvatore Carnevale, indetti dalla fondazione socialista antimafia Carmelo Battaglia, presieduta dal docente universitario Antonio Matasso.
La scelta è caduta sullo sceneggiatore Nicola Badalucco, candidato al premio Oscar per il film “La caduta degli dei” e già giornalista del quotidiano socialista Avanti!, su cui denunciò i responsabili della morte di Carnevale; Placido Rizzotto, dirigente della Cgil e nipote omonimo del sindacalista ucciso dalla mafia a Corleone il 10 marzo del 1948; gli ex sindaci di Capo d’Orlando, Nino Messina (Dc) e Carmelo Giuseppe Antillo (Psdi), che ebbero un ruolo determinante nel sostenere la rivolta dei commercianti orlandini contro il racket; 
e lo scrittore Gaspare Agnello, storico militante socialista che presentò mamma Carnevale alla famiglia Nenni, appena dimessosi da giurato del premio letterario Racalmare-Leonardo Sciascia, per protestare contro l’inclusione tra i finalisti del killer Giuseppe Grassonelli, fondatore della Stidda, condannato all’ergastolo." 

http://www.ecodisicilia.com/2014/08/29/palermo-socialisti-assegnano-il-premio-antimafia-salvatore-carnevale/

Nella cronaca di  Maria Chiara Ferraù si legge tra l'altro:

"...appena dimessosi da giurato del premio letterario Racalmare-Leonardo Sciascia, per protestare contro l’inclusione tra i finalisti del killer Giuseppe Grassonelli, fondatore della Stidda, condannato all’ergastolo."


Un Premio insomma richiama l'altro e tutti e due, tramite il riferimento alla stessa persona, si prestano ad alcune considerazioni col sottofondo di un unico live motive:

NON SI PUO' ACCONTENTARE TUTTI CONTEMPORANEAMENTE, NEANCHE SE IN LUOGHI DIVERSI.

Questo Premio intestato a Salvatore Carnevale mi sembra la chiave di certe scelte coraggiose e di coerenza nei confronti di altri Premi. Non si può conciliare tutti e tutto contemporaneamente, anche a pagare un prezzo altissimo. Gli altri semmai capiscano e ne traggano le logiche conseguenze. Invece hanno reagito male alle sue dimissioni.

Altro che, tramite una testata contigua,  rievocare vicende giudiziarie inconsistenti o scagliare al suo indirizzo certi commenti acidi, nervosi e molto eloquenti, veri e propri inviti al silenzio, quasi si trattasse di impertinente monelleria (questa musica non mi è nuova): "Non faccia, quindi, la vittima, e abbia la compiacenza, se lo ritiene opportuno, di chiuderla qui". Che tono! Che bon ton! Che supponenza!

Riferendomi al dimissionario Gaspare Agnello ritengo che il suo gesto, le sue dichiarazioni nell'intervista a Paolo Liguori sui criteri della scelta dei libri finalisti,  avrebbero dovuto aprirla, una discussione, una riflessione, seria, pacata, rispettosa di tutti i nomi interessati e coinvolti, ieri, oggi e... domani. 

Ma forse, dopo la sortita polemica e la fortuna arrecata in termini di pubblicità, col suo boato, a ciò e a chi voleva contestare, ragionare non serve più. Disturba.

La vera impertinenza però è della storia che segue testarda il suo corso,  e ora invera ora smentisce: nel suo caso, il Premio Carnevale non confligge con le sue precedenti scelte, anzi, le avvalora. 





Links correlati






Nessun commento:

Posta un commento