sabato 23 agosto 2014

IL TEATRO (CHIUSO) COME TERAPIA



Agli inizi del Novecento Freud "prescriveva" la Sicilia come terapia, un breve soggiorno tra Taomina e Villa Igiea e col senso della bellezza acquisita la mente si disnebbiava, la psiche si riequilibrava, la persona ritornava in armonia con se stessa e, presumibilmente, a riprova dell'efficacia della terapia, con gli altri.

Melo Freni si diverte nel citare spesso tale cura lasciando sospirare, e non per celia, l'aspirazione ad un Eden non del tutto perduto.

E se il paziente fosse stato un siciliano? 

Se la Sicilia così com'era, con la sua bella natura, non preservava da paturnie nel subconscio, ci sarebbe voluto  un diversivo di segno opposto, per lo shok salutare: tanto calcestruzzo moderno di un teatro chiuso, la bellezza dell'arte inespressa in attrito col brutale cemento. 
Shok assicurato,  guarigione garantita. Sicilia sempre efficace. Freud, un genio.














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