venerdì 18 luglio 2014

MEGLIO TARDI CHE MAI, SE NON È TROPPO TARDI




Di fronte al rischio chiusura della Fondazione Sciascia per il mancato finanziamento da parte della Regione Siciliana, Giancarlo Macaluso e Gaetano Savatteri scoprono l'acqua calda invocando a firma congiunta un cambiamento di rotta (Cambiare o Morire) e sulle colonne di "Malgrado tutto web" parlano teatralmente di un eventuale "omicidio culturale". 

Solo ora se ne accorgono? 

E dove sono stati finora, nel periodo della lenta agonia, quando altri, in dolorosa solitudine, ha sollevato da parecchi ma parecchi anni gli stessi interrogativi e invocato gli stessi rimedi, anzi, il "loro" giornale, su cui si rammaricano e lanciano gli alti lamenti oggi, si è posto contro quei rilievi e quelle critiche. 

L'ho sempre detto, se tanti  sedicenti sciasciani invece di criticare il dito avessero, con più apertura e obiettività, guardato la luna, forse la notte oggi sarebbe rischiarata da qualche seppur esile barlume, pur nelle tenebre incombenti e, a quanto pare, ostinate. 
Il problema economico è diventato impellente soltanto oggi, ma in passato non di questo si trattava, anzi!


E allora?
Altro che essere definito "nemico storico" di Malgrado tutto,  da condannare all'ostracismo mediatico per stupide ragioni:  dopo la primissima stagione di costruttiva collaborazione, ci ha separati semmai una diversa visione culturale e un diverso atteggiamento teorico e pratico, al di là di ogni utile prudenza e tornacontistica convenienza, nell'affrontare problemi che qualcuno si ostinava a non riconoscere nemmeno tali.

Come nel ballo della cordella,  c'è chi è stato fermo ad indicare sempre gli stessi problemi irrisolti e contemporaneamente ad essere costruttivo quando le circostanze glielo hanno permesso. Resistenza culturale è stata in questo caso, anche a costo di essere additato  come oppositore della Fondazione mentre ne era un disinteressato coadiutore esterno.

Comunque, meglio tardi che mai. 
Ora che finalmente alcuni sono su posizioni ravvedute, si possono incominciare a raccogliere le forze comuni per combattere la stessa battaglia e, purché nessuno cerchi di saltare in testa al corteo per "capitanarlo" specialmente se ieri era nelle retrovie a frenarlo, si può pensare a convogliare il comune sentire di tanti racalmutesi, di tanti sciasciani senza vincolo geografico, di politici, intellettuali, imprenditori, di tanti cittadini che ritengono la cultura un valore. 

Facciamoci sentire ma coinvolgendo  gli altri, potenzialmente tutti coloro vogliono sentirsi partecipi della stessa battaglia, magari raccogliendo le firme, liberi contributi, con i gazebo, o sul web; organizzando dei semplici incontri preliminari, aperti, plenari, affinché quello che seguirà scaturisca da un modo nuovo, corale, democratico, partecipativo, di affrontare i problemi e ribadire condivisi valori. 
Altrimenti, la Fondazione,  anche se, speriamo,  "salvata", sarebbe destinata ad una seconda morte.







Ph pierocarbone







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