domenica 23 giugno 2013

QUEL CASTELLUCCIO È NELL'IMMAGINARIO DI TUTTI


In occasione dell'evento che oggi si celebra al Castelluccio mi pare opportuno riproporre ai lettori del blog l'articolo di Anna Maria Scicolone pubblicato su "La Sicilia" ieri 22 giugno 2013.
Quando il mestiere si sposa con la passione, dalle notizie si fanno emergere le "ragioni latenti" dei fatti riferiti. 

Da parte degli organizzatori un grazie sentito per avere dato voce al nostro caro Castelluccio.


Tanti sono i modi da parte dell'informazione di promuovere, attraverso lo spazio concesso, le energie, le potenzialità e le ricchezze che spesso ci convivono accanto.
Ieri, per esempio,  ho comprato il "Corriere della Sera" e ho visto pubblicizzata un'attività cultural-commerciale di Racalmuto. Se lo compro oggi vi troverò uguale attenzione per un evento culturale, portato avanti da volontari, che vede coinvolti tanti artisti e operatori culturali ed inoltre prevede l'apertura eccezionale di un sito di interesse storico, molto importante per il territorio?       P.C.





QUEL CASTELLUCCIO DIMENTICATO
di 
Anna Maria Scicolone

Il Castelluccio di Racalmuto torna a rivivere per un giorno, tra romantici scenari e qualche amarezza. Prenderà il via domani, alle 17,30, “Una domenica d’estate al Castelluccio”. 
L’evento culturale è stato ideato e coordinato dal poeta e saggista Piero Carbone e da Angelo Cutaia, proprietario del Castelluccio e presidente della locale sezione di Sicilia Antica. 
Il monumento, che risale ai primi del Trecento, verrà riaperto al pubblico per sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla sua valorizzazione, non solo come “museo di stesso”, ma anche come splendida location per arte e turismo. È la quarta volta, da quando è stato recuperato, che nella torre-palazzo sveva si crea un evento. L’ultima fu nel settembre del 2007. 




Per due anni è stato anche accessibile nei fine settimana. Ma impegno e sacrifici non hanno trovato riscontro nella parte pubblica, che avrebbe almeno dovuto occuparsi di sistemare la strada di accesso. Nessun aiuto per garantirne l’apertura con dei custodi o per il completamento. 
Eppure il Castelluccio è ancora in piedi grazie alla volontà dell’ingegnere Angelo Cutaia, che ha creduto sin dal ’90 che il monumento potesse essere recuperato, quando tutti lo ritenevano impossibile. Finché, constatato il disinteresse generale sul progetto, Cutaia, nel 2002, decise di acquistarlo e di occuparsi della sua salvezza: oltre 500 mila euro spesi per recuperare il bene, contribuire a rilanciare le politiche culturali e offrire un’opportunità turistica al territorio. Ne è seguito il silenzio della pubblica amministrazione. 

Cutaia esprime la sua amarezza: “I burocrati impongono condizioni capestro, cavilli assurdi, il sistema è farraginoso. Per ottenere l’ok al progetto di restauro ho dovuto firmare una liberatoria in cui rinunciavo a finanziamenti pubblici. Lo Stato avrebbe dovuto censire questi beni, acquisirli e occuparsi del recupero. Invece nulla. Il Castelluccio per i racalmutesi è un tempio laico, un punto di riferimento.  Ad esso sono legati i ricordi dell’infanzia, le passeggiate di primavera, gli incontri degli innamorati”.  
Un tempo faceva parte di un sistema di controllo militare, ma era anche centro di gestione del feudo: al piano terra c’erano i magazzini del grano; al primo piano l’appartamento, reso signorile dai Chiaramonte, che ne trasformarono le austere finestre in bifore; intorno, alberi da frutto, piante spontanee che raccontano lo scorrere dei secoli, come il boschetto di lecci, prezioso reperto, piccola riserva di caccia”.



 Domani sarà possibile visitare le mostre di fotografie di Louise Hamilton Caico, a cura di Calogero Messana da Montedoro; di sculture  di Giuseppe Agnello; di dipinti e incisioni dei maestri  Sergio Amato, Nicolò Rizzo e degli allievi Dimitri Agnello, Alfonso Rizzo, Simone Stuto. Cutaia parlerà dei “castelli di Racalmuto nell’ambito dell’architettura militare sveva”. Sarà letto un capitolo sul Monte Castelluccio  tratto dal libro di Louise Hamilton “Sicilian ways and days” nella nuova traduzione di Anne Chadwick e Gabriella Testa. Piero Carbone, con il commento musicale di melodie prettamente medievali, leggerà la sua poesia “Oh, Castiddruzzu miu…”. Il Coro Filarmonico “Terzo Millennio”, diretto dal maestro Domenico Mannella, eseguirà brani dei Carmina Burana. 

"Sarà una serata culturale – spiega Piero Carbone - prodotta da volontari, gratuita. Dopo poche altre, anche quest’iniziativa nasce dalla volontà di Angelo Cutaia e dal suo sogno di far rivivere il Castelluccio. Angelo, così facendo, potenzia un monumento che è già nell'immaginario dei racalmutesi e non solo. Con entusiasmo ho pensato di coadiuvare, con altri amici artisti e musicisti racalmutesi, la realizzazione di questo sogno, come già nel settembre del 2007. La stradina per raggiungere il Castelluccio, purtroppo, è malmessa e, invece, dovrebbe essere lastricata di medaglie al valore” conclude Carbone. La speranza, per chi ama questo luogo, è che il Castelluccio diventi un centro culturale permanente e che si possa completare il restauro. 



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