venerdì 24 maggio 2013

LA RESISTENZA ALLA MAFIA RENDE SANTI

Oggi, nella strada dove abito a Palermo e quindi anche sotto casa mia, sfilerà una processione per celebrare una veglia di preghiera in onore di Padre Pino Puglisi: domani sarà proclamato santo in quanto "martire per la giustizia" ovvero un caduto della mafia nel testimoniare la fede. 

Me lo ricordo, Padre Puglisi, tanti anni fa, in cattedrale, lo vedo idealmente sfilare con un altro centinaio di sacerdoti in camice bianco e stola viola nella solenne liturgia del Giovedì Santo. Uno tra i tanti. Quasi anonimo. 

Durante la messa, il cardinale Pappalardo, nel benedire l'olio crismale pronuncia le parole: baptismatis lavacro renati, rinati con l'acqua del battesimo (e resi più somiglianti al Cristo). 
Parole profetiche per Padre Puglisi, con l'acqua tramutata in fuoco, il fuoco di un'arma che, nell'apparente sconfitta del corpo, l'avrebbe reso più somigliante al Cristo in croce. 

E ricordo il giorno del suo funerale, a Brancaccio, nel grande spiazzo della ferrovia, la folla, i fotografi, le autorità, e la gente che a denti stretti sospettava che in quel  funerale ci sarebbe stato anche chi quella morte, con la volontà, il silenzio o l'incomprensione, avrebbe reso possibile.


La mafia lo ha eliminato ma non lo ha annullato: Padre Puglisi non è stato una vittima silente, il gesto violento di volerlo tacitare lo ha reso all'opposto quello che non voleva, una vittima eloquente,  anzi, i mafiosi, con la loro violenta prevaricazione, hanno di fatto reso evidente la determinazione di chi aveva avuto il coraggio di opporvisi. Un coraggio che proveniva dalla fede.
La Chiesa, dopo storiche tergiversazioni, nel riconoscere questo, ne fa un esempio da seguire e addita come santo chi, vivendo la propria fede, ha resistito alla mafia.

Palermo, 24.5.2013


Era ura!*
                                                          
                                                                                  (A don Pino Puglisi)


Cuntenti mi susivu ‘sta matina,
‘n-pièttu mi criscièru rosi e sciuri.

Ci li detti, di cu’ nun m’aspittava,
sutta li tempii, quattru cutulùna.

Parlà lu Papa propriu ad Agrigentu,
lu dissi arsìra lu telegionali.

Lu dissi e li ripitì li sò palori:
“Mafia è piccatu. Piccatu sociali”.



Era ora


Contento mi sono alzato questa mattina,
in petto son cresciuti rose e fiori.

Sono stati assestati, da chi non me l'aspettavo,
sotto i templi, quattro scossoni.

Ha parlato il Papa proprio ad Agrigento,
lo ha riferito ieri sera il telegiornale.

Lo ha detto, e ha ripetuto le parole:
"Mafia è peccato. Peccato sociale".



Nota


Il 9 maggio 1993 Papa Giovanni Paolo II ridiscese in Sicilia e fece risuonare il suo monito al Piano San Gregorio: 
“Dio ha detto: non uccidere. Non può uomo, nessuna agglomerazione umana, mafia, togliere il diritto divino alla vita. Nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, di Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili.  Convertitevi! Un giorno arriverà il giudizio di Dio!”. 

Col dito alzato verso il cielo, si stagliava come una statua contro il sole. Chi da molto tempo aveva aspettato quella presa di posizione, provò un benefico brivido. Lassù in alto, il Tempio della Concordia avrebbe tremato se avesse avuto una coscienza. 

La Valle dei Templi echeggiò quelle parole che furono udite da Punta Bianca a Capo Faro e oltre. Quattro mesi dopo, il 15 settembre, veniva ucciso a Palermo Padre Puglisi, parroco di Brancaccio. La Chiesa si scosse. Invertì la rotta. Non erano più tollerabili altri silenzi. 

Dietro il condottiero incominciavano a marciare le falangi. 
Si parlò di scomunica per i mafiosi. “Martiri per la giustizia” vennero detti, in uno storico convegno, i caduti di mafia che testimoniavano la loro fede. 
I teologi enuclearono nuove definizioni, nuove categorie, nuove “strutture di peccato”. 
Le parole del Papa, per lo storico della Chiesa don Cataldo Naro, rimandavano ormai senza mezzi termini “al dovere dei cristiani di Sicilia di resistere alla mafia”. 


La poesia e la nota sono state pubblicate in Pensamenti, Coppola editore, Palermo 2008.


Tutti i diritti riservati 24 maggio 2013 @


http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/05/una-veglia-per-padre-puglisi.html

3 commenti:

  1. Da fb il commento di Ettore Liotta:

    Opportuno, Piero, questo tuo ricordo di padre Puglisi.
    Nel discorso di Papa Giovanni P. II che hai riportato, mi ha sempre impressionato la sconvolgente parola
    "Convertitevi!"
    Come dire, finche'
    starete dalla parte
    del male, nessuno
    approvera' quello che fate, nemmeno
    Dio che un giorno
    vi giudichera'.
    Credo che questa
    parola da sola sconvolge secoli
    di teologia che ci vuole
    tutti fratelli
    e la logica che quando qualcuno
    ci da' uno schiaffo
    su una guancia....

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  2. santificare chi si è opposto alla mafia,
    non vorrei che fosse un modo per mettersi la coscienza a posto.
    Finite le ricorrenze e le celebrazioni
    la vita continua a scorrere sui binari dell'indifferenza

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  3. Ringrazio Ettore e Lillo per i loro commenti, per il comune sentire.

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