mercoledì 6 febbraio 2013

CARISSIMA LOULOU. Introduzione


Dopo i tre post precedenti
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/non-scappo-dalla-sicilia.html
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/una-donna-strana-ovvero-intelligente.html
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/12/da-montedoro-via-milano-federico-messana.html
in cui si  evidenziavano i rapporti di Louise Hamilton Caico con la Sicilia, ho il piacere di ospitare gli interessanti documenti sopraggiunti che completano il ritratto di questa straordinaria donna anche attraverso le sue vicissitudini sentimentali.  


La storia d’amore, intitolata Divagazione sentimentale di Luisa Hamilton (Loulou), me l'ha inviata  tempo addietro Federico Messana, montedorese che vive a Milano, la pubblico a febbraio perché è il mese di San Valentino, sperando di non congestionare ulteriormente la mediatica abbuffata dei luoghi comuni.



Louise Hamilton

Così come la tragedia greca è partita in cinque atti, sebbene senza canto e senza suono, suddividerò la vicenda in cinque “melodrammatici” movimenti anche per agevolarne la lettura.  
La scansione in sequenze da me titolate è soprattutto un accorgimento grafico, altrimenti, col susseguirsi di pagine fitte annivolanu l’uocchi (s’annebbia la vista) e le parole s’accavallano come bastoncini nel gioco del mikado.
Inoltre, se uno vuole leggere soltanto la narrazione dei fatti o le sole lettere, è facilitato dalla loro distinzione grafica: in neretto le sole lettere o parti di esse.



La scansione in cinque sequenze è puramente formale, ché, nella sostanza, è un’anti tragedia se per tragedia si intende verghianamente lavare col sangue, in un duello rusticano, la fedeltà tradita. Chi poteva immaginarlo! Qui non scorre sangue ma soltanto inchiostro.

Il periodo in cui avvengono i fatti è il medesimo. E siciliano è il marito offeso. Al di là e oltre ogni luogo comune e radicatissimo pregiudizio sociale, questo sicilianissimo marito offeso, ignorando i “foresti” propalatori dei luoghi comuni e ponendosi contro i conterranei custodi dei pregiudizi sociali, asseconda, comprende, perdona la moglie: semplicemente, umanamente, dà una prova d’amore, a suo dire “non egoistica”.

Come contropartita chiede soltanto di essere “un po’ ricambiato”.
Sua moglie Loulou, per redimersi da ogni debolezza,  apprezza la magnanimità del marito, accetta la prova, cancella il passato e dà una svolta radicale alla sua vita.
Se un narratore coevo avesse dato notorietà letteraria alla vicenda sarebbe stato un anti Verga.    

Le lettere sono ricche di annotazioni psicologiche, descrittive e di costume, di giudizi e pregiudizi, addirittura estetiche; ci dicono tante cose sul poeta e professore: le accensioni, le debolezze, l’opinione sui siciliani in siffatte questioni “tenere” e che i siciliani direbbero tout court  “affari di corna”. 
Tante cose ci dicono di lei: la padronanza del francese (ma parlava e scriveva correntemente anche in italiano e in inglese), la curiosità intellettuale, la sensibilità poetica, la non respingente ritrosia ovvero l’attrazione per l’intelligenza, e non solo, dell’illustre corrispondente epistolare, il profesore Angelo De Gubernatis.
                                                       P. C.



Angelo De Gubernatis





Personaggi:

Louise Hamilton Caico (Loulou): moglie di Eugenio Caico. Di padre irlandese, imparentato con i regnanti inglesi, e madre francese. Da Nizza la sua famiglia si trasferisce a Bordighera e vive a “Villa Novaro”.
Eugenio Caico: di agiata famiglia, originario di Montedoro, un paesino dell’entroterra siciliano, marito di Louise, per un periodo vive a Firenze.
Angelo De Gubernatis: poeta, scrittore, drammaturgo in odore di Nobel e professore universitario, torinese, residente a Firenze.

Personaggi citati nelle lettere:
Cordelia: moglie di Angelo De Gubernatis
Franco: figlio di Louise ed Eugenio Caico, morirà piccolissimo

Luoghi: Bordighera, Firenze, Oron (amena località delle Alpi francesi), Palermo, Montedoro.

Schema redatto da Calogero Messana,  per  meglio inquadrare le  vicissitudini di Louise Hamilton, del marito Eugenio Caico e dei loro tre figli Letizia, Lina e Federico:
"15 anni a Bordighera (1880-1895); 
3 anni di "mora"  a Palermo non potendo rientrare a Montedoro per il divieto di Cesare Caico;
15 anni a  Montedoro (1898-1913) e  14 anni a Palermo (1913-1927). 

Giusto per  inquadrare  temporalmente i luoghi: 

i figli hanno seguito la madre, ma  Letizia è tornata  molto  spesso a  Montedoro, quasi fino alla  morte (1968); 
Lina, con gravi problemi di salute, è tornata  a Montedoro  solo durante  lo sfollamento dovuto alla guerra;
Federico ha  abbandonato  il paese  e  non è più tornato  fino alla  morte  nel 1972; 
Alla  morte  di Letizia  (1968) avevano perduto  tutte  le proprietà... lasciando  i resti dei ricordi (foto e  documenti) nell'ultima piccola  dimora (2 vani) nella casa  della piazza".



Le lettere scritte da Eugenio Caico da Palermo  alla moglie, indirizzate a Bordighera, risalgono a un breve periodo in cui il solo Eugenio si trovava in Sicilia.


Pressoché tutte le foto provengono dalla mostra fotografica di Louise Hamilton Caico allestita a Montedoro da Calogero Messana ivi residente. Sontanto le foto di Louise a cavallo e del professore De Gubernatis me le ha fornite Federico Messana. Li ringrazio entrambi.

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