lunedì 3 ottobre 2016

A CASTELBUONO SÌ E A RACALMUTO NO? Una volta ci bastava Sciascia




Ho letto il "pensamento" dell'amico Gioacchino Cannizzaro di Castelbuono e mi è piaciuto tanto, ma così tanto che non ho potuto trattenere l'ilare piacere solo per me. Anzi, ringrazio Gioacchino per la disponibilità.


Oggi cose strane a Castelbuono
di 
Gioacchino Calogero Cannizzaro


Oggi cose strane a Castelbuono:

la gente che passeggiava per il corso chiacchierava in latino classico, discettando sull'eterna questione dell'essere e del divenire; 

i pettegoli della piazza hanno interrotto ogni indagine su corna e altro e si sono lanciati in una disputa sulla persistenza del sostrato mediterraneo nelle antiche lingue italiche; 

i ragazzi di sopra il ponte hanno intrapreso la risoluzione di difficili questioni relative alla fisica quantistica; quelli del bar Cycas, invece, accantonato il rock, hanno cominciato a suonare la Traviata; e quelli del bar della piazzetta, spenta la televisione con la partita, si sono messi a recitare i lirici greci. 

A messa hanno interrotto i soliti canti per intonare le composizioni sacre di Bach, che l'organista ha appreso a suonare così, d'improvviso. 

I politicanti, messe da parte le beghe di paese, hanno discusso della politica di Aristotele e della critica della ragion pratica di Kant. Uno di loro ha declamato a memoria la Repubblica di Platone. 

Quelli della sala scommesse, infine, hanno intrapreso una disputa sulle conseguenze a medio e a lungo termine del calo tendenziale dei tassi di interesse sull'economia del Canada e della Guyana. 

Insomma, il paese era tutto un ribollire di cultura, un effluvio di alti e nobili concetti, un laboratorio di idee e di conoscenza, un concentrato di saperi, un frullato di pensieri alti e nobili. 

Mi chiedevo a cosa ciò fosse dovuto, e poi ho capito da dove proveniva questo alito di sapienza e e quest'aurea di virtù: l'on. Faraone, sottosegretario all'istruzione del nostro preclaro governo, aveva presentato proprio nel fortunato paese il suo libro...



Uno dei passi citati a memoria (verosimilmente):

"Polemarco sostiene che la giustizia consiste nel fare del bene agli amici e del male ai nemici;

Socrate confuta questa tesi mostrandone i paradossi, e pone l'accento sulla necessità di distinguere i veri amici e i veri nemici da coloro che sembrano tali, ma non lo sono. Aggiunge che chi danneggia rende sempre peggiore il danneggiato, e questo non può essere l'obiettivo del giusto.

Qui irrompe nel dialogo Trasimaco, che con un intervento aggressivo afferma che la giustizia consiste nell'interesse del più forte, cioè di chi detiene il potere.

Prima obiezione di Socrate: i più forti possono anche sbagliare, cosicché obbedire loro potrebbe significare danneggiarli.

Trasimaco replica che i governanti, quando esercitano la loro arte con competenza, non sbagliano mai."

da La Repubblica di Platone
Edizione Acrobat a cura di Patrizio Sanasi





Le foto storiche in b/n sul Corso ovvero la Chiazza di Racalmuto
 sono state postate da Ettore Giudice
 sul Gruppo fb Sali d'argento. 
Raccolta fotografica in digitale di Racalmuto.

Le immagini a colori rappresentano particolari di un affresco di Villa Niscemi a Palermo

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