martedì 23 agosto 2016

ACCANTO A "SAN PIETRO". Visioni agrigentine e sogni di pietra antropomorfa

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Ai tempi del Liceo, negli Anni Settanta, l'insegnante di religione, don Ignazio Zambito ora vescovo di Patti,  in classe riferì costernato che offrivano alla Curia un miliardo per acquistare la chiesa, chiusa al culto, e in abbandono, di San Pietro, allo scopo di adibirla a sala di ristorazione, esclusiva dépendance di una rinomata rosticceria.  Mitiche le arancine! 
Chi era favorevole, chi contrario. Il liceale Elio Di Bella, mio coetaneo, cultore di storia locale e attento alle cose agrigentine, lo ricorderà.
Padre Zambito temeva l'affare con conseguente snaturamento del sito sacro.

Per fortuna non avvenne. 

La chiesa è stata restaurata come chiesa. 
Possiamo ammirarne l'esterno in mielata arenaria e il panorama che si proietta insaziabilmente laggiù nella Valle.
 Se venisse aperta al pubblico anche il lunedì mattina non sarebbe male. P. C. 










ph ©pierocarbone (Agrigento, 22 agosto 2016)

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