mercoledì 18 febbraio 2015

QUANDO I GIORNALISTI SI DIFENDONO TRA LORO. Il criterio del caffè





Smaragdos e Birribaida di Misilindo cercavano solamente di ammazzare il tempo passeggiando in paese ma qualche volta si sentivano in Grecia e affrontavano, senza manco saperlo,  problemi sui massimi sistemi del mondo che facevano girare l'universo, universo che bellamente andava per il suo corso senza minimamente aspettare le chiacchierate per diporto dei due carissimi amici. Ma i due amici non pretendevano questo e non per dare suggerimenti all'universo mondo lo facevano ma parlavano, parlavano e si spremevano le meningi solamente per far fare un po' di ginnastica alle loro menti, assecondare la coscienza e ammazzare il tempo.

Smaragdos:

Quando i giornalisti si difendono tra loro ne va di mezzo la verità?

Birribaida di Misilindo:

Può darsi. Qualche volta. Non sempre.

Smaragdos:

E come si fa a capirlo?

Birribaida di Misilindo:

Ci potrebbero essere alcuni criteri.

Smaragdos:

Quali?

Birribaida di Misilindo:

Preliminarmente bisogna stabilire se si sta difendendo un'idea o qualche aspetto pratico, e poi vengono alcuni criteri.
Primo, tra il difeso e il difensore, non ci sono interessi comuni.

Secondo, il difensore non ha debiti di riconoscenza pregressi con colui che difende, né ha mai ricevuto favori, raccomandazioni, vie privilegiate, sostegno alcuno e in alcun modo.

Terzo, il difensore manco lo conosce colui che sta difendendo perché non sta difendendo una persona ma un'idea o la versione di un fatto ritenuta vera.

Quarto, e la chiudo, conoscenza personale a parte, perché volendo le persone che si conoscono si possono difendere anche meglio, il difensore, in coscienza, difende qualcun altro anche a costo di pagare un prezzo, voglio dire, difende qualcuno o qualcosa rimettendoci.

Smaragdos:

E come si fa a capirlo, se ci perde o ci guadagna?

Birribaida di Misilindo:

Il tempo, caro mio, il tempo lo dice! Quello passato e quello futuro.

Smargodos:

Altrimenti?...

Birribaida di Misilindo:

Altrimenti io, mammeta e tu.

Smaragdos:

Anche a costo della verità?

Birribaida di Misilindo:

Questo, no. La verità manco viene toccata.

Smaragdos:

Se non viene toccata la verità, allora è tutto a posto.

Birribaida:

Quasi. Mi spiego: la verità non viene toccata, nel senso che viene messa di lato, in standby, e si parla d'altro, di tutt'altro, di tant'altro.  Vuoi un esempio?

Smaragdos:
Eh!

Birribaida di Misilindo:
Lo prendo dalla politica.

Smaragdos:

No, no, per favore! non la finiamo più. Continua. Dicevi che la verità o alcuni aspetti della verità vengono messi in standy.

Birribaida di Misilindo: 

Esatto.  In questo modo, la verità non viene toccata, l'amico viene difeso e la coscienza è posto. Se sulla verità non torna più nessuno, il pranzo è bell'e servito. Con un bel gelato all'oliva e biscotti di cicerchia.

Smaragdos:

Mi hai convinto. Miglior criterio di questo!

Birribaida di Misilindo:

Dirimente, direi.

Smaragdos:

Andiamo a prenderci un caffè, vah!

Il caffè al bar era un immarcescibile criterio di validità dei discorsi che intercorrevano tra i due amiconi Smaragdos e Birribaida di Misilindo. Era anche una questione di tempo, anzi, di tempi: se, dopo aver centellinato beatamente il caffè,  all'uscita del bar, nessuno dei due riprendeva il discorso, vuol dire che si erano convinti reciprocamente. Altrimenti... Altrimenti erano punto e a capo, il che per certi versi era un guadagno: avrebbero avuto di che parlare, passeggiando.



Coraldo, Marzuchi & Jacopino, Passeggiando con Smaragdos. Parainedito.

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