mercoledì 19 novembre 2014

IL "METODO BOFFO" E IL "METODO BOFFINO"



Chi mette in atto il "metodo Boffo" rappresenta il braccio secolare di una moderna Inquisizione prêt-à-porter: alla portata di tutti, tascabile e laica, dal momento che non è prerogativa di una sola chiesa né di un solo ordine religioso come in antico lo era dei domenicani.
Con una differenza: l'Inquisizione garantiva il silenzio, il "metodo Boffo" provoca la loquacità, col suo proliferarsi.
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A suo tempo mi aveva fatto impressione il colore fucsia dei calzini del giudice Misiani, non per il colore in sé ma perché tirato in ballo da un certo giornale per risalire alla presunta poca serietà del giudice e delle sue sentenze: uno che portava calzini fucsia si era permesso di giudicare personaggi vicini, vicinissimi al giornale stesso. Come potevano essere credibili le sue sentenze?, sembrava il messaggio dal cromatico accostamento.
Ma è questo il compito del giornalismo? Rubare il lavoro ai critici d'arte?





L'onorevole Angelino Alfano, doveva certo conoscerlo, il perfido metodo, quando temendo il sibilo dei venti contrari, lanciò il messaggio, chissà se per timore o per sfida, "contro di me il metodo Boffo, no!"
Anche la recente evocazione del "metodo Boffo", da parte di Pierluigi Bersani all'assise del Pd, mi ha fatto impressione, e mi ha fatto parimenti impressione il commento di chi dice che Pierluigi abbia sbagliato ad evocarlo, il famigerato metodo, perché avrebbe arrecato male al PD; come se non si riconoscesse il diritto alla potenziale vittima di difendersi da un pretestuoso attacco perché si danneggiano terzi.
Ma non certo è colpa dell'offeso se vengono tirati in ballo terzi.





Un tal modo di pensare, di metterci una pietra sopra o una cazzuolata di cemento, non suona alla fine come un invito a subire in silenzio per rendere più micidiali e devastanti gli effetti dell'infame metodo?

Infame se viene da destra e infame se viene da sinistra.

Infame perché di materia grave e greve si tratta, roba pesante ("greve" per Sabatini Coletti è anche altro): ci vanno di mezzo l'integrità, l'innocenza, la dignità delle persone.

Si vogliono distruggere ruoli e carriere ma si finisce con il lanciare bombe che distruggono indiscriminatamente tutto ciò che si trova nel loro raggio.

Si vorrebbe minare la serenità personale e familiare del bersaglio, della persona che si vuole destituire di serietà, di credibilità, nel tentativo di neutralizzare gli effetti del suo operato o delle sue parole. Tutto ciò non è riprovevole?

Chi, con un solo articolo o una serie pianificata, se ne fa artefice, con quali occhi (della coscienza) può guardare dritto negli occhi i figli propri o quelli altrui, senza provare un moto di vergogna o di rimorso ( e, si spera, di pentimento)?





Non meno grave e greve se, in scala ridotta, alcuni cercano con intenzione di azzannare come possono e contemporaneamente vorrebbero nascondersi o schermirsi dicendo che, lontani mille miglia da ogni metodo Boffo, loro intendono soltanto buffoneggiare con un innocente "metodo Boffino".
Ma a che pro?
Sono questi i meriti per gli avanzamenti di carriera?
Smessi i panni dei denigratori, come possono, codesti operatori dell'informazione, essere credibili ancora una volta?
Se vengono seppellite le notizie vive ovvero vere per far danzare come su una graticola le notizie false e le non-notizie, alla fine il giornalismo diventerà esso stesso la necropoli promiscua dell'informazione.




Questo metodo, insomma, che una volta si chiamava semplicemente calunnia, mi ha indotto a pubblicare una nota su fb il 18 ottobre e a citare una riflessione smaragdosiana il 22 dello stesso mese. Con qualche piccolissima integrazione, ripropongo qui l'una e l'altra. Non si sa mai.

E con una doverosa glossa: quanto degni di considerazione sono coloro che, per nessun prezzo (anzi, pagandone di persona uno altissimo), non si prestano a falcidiare preordinati bersagli con tali pratiche truculente e barbare!






NOTA su fb
22.10.2014:


Che tempi luminosi! La Non-Verità contro la Verità 1 a 0 in una partita non giocata ma ugualmente raccontata. L'acefala calunnia contro l'ignaro bersaglio.

Alcuni giornalisti ragionano così: contro gli altri va benissimo il "metodo Boffo", ma se in una giornata di vento e di tempesta fai notare che hanno una ciocca di capelli fuori posto, reagiscono, e come se reagiscono!; magari dicono che quella ciocca non è la loro; per una ciocca fuori posto notata, strepitano che è un'offesa al decoro personale e un attentato alla libera informazione; invocano querele.

E allora, viene da filosofare: solo il sedere degli altri dev'essere prestantemente dicotilèdone?

(E il vento che scompiglia i capelli?).

Smaragdos, Lo scornabecco non è un animale. Parainedito.


Da destra:

Da sinistra:






IL "METODO BOFFO"? NO! NO! NO!


Rifletta sulla "barbarie" e sulle "sconcezze" evocate dal post allegato

chi denigra sui giornali o su altri mezzi di informazione invece di ragionare e controbattere con la tecnica della logica, con il fedele riscontro dei fatti, con l'obiettiva citazione delle idee in questione, con il rispetto della persona altrui oggi per essere rispettato lui un domani;

chi offende o vuole offendere con arbitrarie e strumentali associazioni di oggetti, colori, idee, film, immagini;

chi riduce tutto a una pierinata altrui nel disperato tentativo di togliere credibilità a chi potrebbe dire la verità (la verità non è una proprietà - o una colpa o una virtù - privata);

chi crede di essere furbo e potente oggi (potrebbero cambiare il vento e la sorte, e potrebbero trasformarsi in cavoli amari un domani);

chi crede che il "metodo boffo" e/o "boffino" siano la formula magica per trasformare di riflesso la zucca in carrozza e i topi nei bianchi cavalli della fiaba antica;

chi crede di intimidire evocando vicende giudiziarie innocentemente chiuse e concluse, vera e propria "monnezza" insomma;

chi tira fuori particolari insignificanti o inventati di sana pianta per torcerli a pugnali arroventati...

Per me è semplicemente inciviltà oltre che un'arma improvvida: potrebbe ritorcersi su chi l'ha brandita.

Ci vorrebbe un po' di vangelo: non fate agli altri...





Il post che deve far riflettere:













ph ©pierocarbone

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