venerdì 25 ottobre 2013

SOLO A PALERMO? Versi sull'onestà

Rivedendo recentemente, e fotografando, la statua di Giovanni Meli nell'atrio del Palazzo delle Aquile a Palermo, mi è venuta voglia di aprire la sua opera poetica e di spilluzzicare versi qua e là, che qui voglio far precedere da riflessioni sollecitate da realtà a noi più coeve.





Versi sull'onestà (e sulla sua inutilità?)

Alcuni, di questi tempi, hanno lanciato un augurio, che in realtà rimanda ad un allarme, ovvero:  torni l'onestà ad essere di moda. 
Dubbio e motivo dell'allarme: forse che di moda è stata finora la disonestà?  
Mode, si dirà, tutte mode. Ma quali sono quelle che corrispondono col bene comune? 

Un simile dilemma se lo poneva con gravità il poeta Giovanni Meli nel Settecento, facendo ironica eco ad un poema del Cinquecento.

Di dilemma in dilemma e di moda in moda, si assiste anche allo strano fenomeno di chi plaude alla disonestà altrui.

Di secolo in secolo, insomma, l'onestà come moda o condotta di vita subisce tentennamenti e sanciopanzesche perplessità. 
Ciononostante...







Palermu si ridussi 
na piccula Girnevia;
Ah ca finisci grevia
Si manca l'onestà!

Giovanni Meli, La gran moda prisenti (1789)


Palermo s'è ridotta
una piccola Ginevra;
ah, qua finisce male
Se manca l'onestà!



Don Chisciotte a Sancio Panza:

Mentri si vivu di li pregi toi
Ludatu 'un nni sarrai, ma invidiatu;
Sicché coraggiu, teni a menti pri ora:
Che un bel morir tutta la vita onora.

Giovanni Meli, Don Chisciotti e Sanciu Panza
Cantu Primu

Mentre sei vivo, per i tuoi pregi
non sarai lodato, ma invidiato;
sicché coraggio, per ora medita su questo:
Che un bel morir tutta la vita onora.






Risposta di Sanciu Panza:


Comu! rispusi Sanciu, e chi scacciati!
Chi àju a muriri pri essiri onoratu?

Pirdunatimi, è grossa asinitati:
Mi sentu megghiu eu vivu sbrigugnatu,
Chi Achilli e Ulissi morti, decantati;

Pirchì eu, o tintu o pintu, avennu ciatu,
La cinniri di st'omini valenti
La scarpisu, e perciò su' cchiù potenti

Cantu Primu

Come! rispose Sancio, e che almanacccate!
Forse debbo morire per essere onorato?
Perdonatemi, è una grande sciocchezza:
Mi sento meglio io svergognato
di Achille e Ulisse morti, decantati;
Perché io, o bene o male, avendo fiato,
la cenere di questi uomini valenti
calpesto, e perciò sono più potente.






Oh, vicenni di munnu! oh, stravaganza!

Cantu Quintu

Oh, vicende di mondo! oh, stravaganza!

Mia libera traduzione.










Foto proprie.

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