mercoledì 27 febbraio 2013

A QUALE SANTO VOTARCI




In tempi di crisi non si sa veramente a quale santo votarci.

Nel 1626, Agrigento, infestata dalla peste, escogitò una bella pensata per liberarsi dal flagello: non riuscendo a trovare rimedio che si rivelasse efficace decise di votarsi non ad uno soltanto ma  ad una molteplicità di santi, una sorta di assicurazione statistica nel caso uno o l'altro non fosse risultato decisivo.  

E oggi?

Se non è peste è disoccupazione, se non è colera è crisi economica, se non è moria è spread, e se non sono santi sono partiti.
Sperando che la loro moltiplicazione, come speravano gli agrigentini nel 1626, funzioni.

E intanto la peste...




«In nomine sanctae et individuae Trinitatis Patris, Filii et Spiritus Sancti — Amen.

« Questa magnifica città di Girgenti, conoscendo, che per li suoi peccati, et per giusto giudicio di Dio è stata visitata con la tribulatione del morbo contagioso, et vedendo, che di giorno in giorno cresce, e che non bastano li rimedy humani a guarirla, mettendo tutta la sua speranza in Dio padre, et in Gesù Christo suo figliolo, si revolgi a domandarli perdono, e chieder la celeste medicina della sua infinita clemenza, et pietà, et acciò maggiormente possi placare il suo giusto sdegno, recorre alla sua piatusissima madre, et alii santi suoi padroni et protetttori, acciò colla sua santa intercessione rendino 1'ira di Dio placabile.

Laonde li spettabili D. Andrea Del Porto, D. Franccsco Maria Montaperto, D. Juanni Gamez, et il dottor D. Marcello Trainti, giorati, con 1' intervento dell' illustrissimi e molto reverendi signori canonaci della Cathredale D. Corrado Bonincontro, D. Francesco Magro, Di Giovanni Carchia, D. Filippo Marino, D. Sigismondo Tagliavia, D. Vito Alaijmo, don Francesco Greco, D. Francesco Navarra, D. Epifanio di Mole, D. Gaspare Traina, D. Francesco De Fide e D. Thumasi Quaglia




suplichevuli, prostrati inanzi il ss. Sacramento, ed alii piedi della beatissima Vergine, promettono mandare con una torcia ad accompagnare il ss. Sacramento, che, quantevolte sonerà 1'orologio, dirsi l’ave Maria,
digionare le sette vigilie delle sette feste della Madonna,
et in honore della stessa la processione ogni anno alii ij d'agosto della reliquia delli santissimi capelli;
confirmano dippiù la laudabile consuetudine di farsi ognanno li festi dei santi Libertino,
Gregorio
et Gerlando
et Vittoria, nostri padroni;
confirmano dippiù la processione ognanno di s. Sebastiano,
ed anco si pigliano per devot' et avvocati d'essa città li gloriosi s. Rocco,
ed il beato Felici cappuccino;
ultmamente promettino fare la festa cola processione sollenne a s. Rosalia nel suo giorno,

et cossi esortino tutti li suoi successori e citatini in perpetuo a fare observare questi proponimenti, a gloria di Dio e della sua santa Madre, e suoi santi padroni e protettori. — Amen.

— A 27 aprile 1626.— Canonicus D. Philippus Marino compilator etc.

Dai Privilegi della Cattedrale, Vol. II, pag. 110 v. citati in Giuseppe Picone, 
Memorie storiche agrigentine, Agrigento 1984, seconda ristampa anastatica 
dell’edizione del 1866





I quadri e i disegni sono di Pietro D'Asaro detto "Il Monocolo di Racalmuto" (1579-1647).

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