venerdì 18 gennaio 2013

I NEMICI DEI SICILIANI




Agli inizi del Novecento, Lady Hamilton, illustrando la Sicilia e descrivendo i siciliani agli inglesi per incuriosirli e invogliarli a visitare “l’isola del sole”,  li rassicura sui timori circa la loro incolumità, anzi, ponendosi dalla prospettiva “brigantesca” ne conclude semmai che sono i siciliani stessi a dovere temere gli altri siciliani.
Ne è passato di tempo da allora e briganti per fortuna non ce ne sono più, ergo, se l’evoluzione storica ha un senso,  anche i siciliani stessi dovrebbero essere più  sicuri e non, come allora, solo i forestieri.  

  



“Questo mio resoconto degli usi e dei costumi siciliani è sgorgato dalla diretta conoscenza della gente, acquisita durante un lungo soggiorno in provincia di Caltanissetta, una regione quasi mai raggiunta da un viaggiatore e, comunque, priva di contatti col mondo esterno. Le abitudini, i pensieri, i discorsi che io descrivo rimarranno "libro chiuso" per tutti coloro che non sanno niente dei siciliani o non ne hanno mai conosciuto uno, ma anche per chi, pur avendo visitato questa terra non è mai entrato nell'intimità di una famiglia di siciliani, i quali sono, al primo contatto, poco espansivi e diffidenti verso gli sconosciuti.

La presenza di bande di briganti è piu volte sottolineata in queste pagine; ma questo non deve allarmare gli eventuali visitatori. Non hanno nulla da temere. Chiunque si trovi a viaggiare in Sicilia, anche per le più solitarie regioni, può farlo impunemente; sono i siciliani stessi che hanno da temere da parte dei fuorilegge loro conterranei, e specialmente i proprietari terrieri e coloro che rappresentano grossi interessi. Rancori privati o lotte politiche sono spesso all'origine delle azioni brigantesche che culminano nella richiesta del riscatto. L'assenza di un motivato spirito di vendetta e la distanza che renderebbe difficilissima ogni trattativa con le famiglie, dà agli stranieri assoluta sicurezza di transito.




Mi sembra opportuno commentare brevemente qualcuna delle usanze di cui parlerò nel mio libro, penso che aiuterà il lettore a meglio comprenderle ed apprezzarle, e, con 1'aiuto del suo personale bagaglio culturale, potrà rintracciarne le analogie con la storia antica o, meglio, con la mitologia.”

Louise Hamilton Caico, Vicende e costumi siciliani, Epos, Palermo 1983.  Traduzione di Renata Pucci Zanca, introduzione di Massimo Ganci. E’ stato ristampato recentemente dalla Lussografica edizioni di Caltanissetta.  Edizione originale: Sicilian ways and days, London 1910.








Foto di Louise Hamilton Caico


http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/una-donna-strana-ovvero-intelligente.html

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/non-scappo-dalla-sicilia.html

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