martedì 25 dicembre 2012

ETIMOLOGIA AUGURALE



In un giorno festivo come oggi, c'è spazio per un'augurale curiosità filologica. Grazie agli amici palestinesi che me l'hanno suggerita, al tempo degli studi universitari,  nelle conviviali chiacchierate alla mensa del Pensionato "San Saverio" di Palermo.





Natività realizzata con ciottoli da un artista sloveno.
Dalla bacheca facebook di Albert Pucer.


Nei dintorni delle due sorgenti del Raffo e del Saraceno è scritta una pagina di storia di Racalmuto o Rahal-Maut, "villaggio morto", secondo la vulgata originaria.

 Rahlun "villaggio, casa, dimora" ha la stessa radice del verbo Rahala che significa: partire, andare via. 


A volere fare discendere, arbitrariamente, il nome del paese dal verbo e non dal sostantivo, il suo significato sarebbe quest'altro: "la morte è andata via". Certamente più augurale. 

  

L'accostamento - si badi - non accampa pretese di credito filologico, ma va preso per quello che vuole essere: una suggestione poetica, ottativa.*









*Cfr. A lu Raffu e Saracinu, "La Bottega di Hefesto", Palermo 1988. Prefazione di Salvatore Pedone

1 commento:

  1. "La data di nascita di Racalmuto non è araba; il toponimo lo è ma circolava già da un secolo; Rahal Kamout si chiamava nel 1161 una località di Petralia (che invero nulla aveva a che fare con Racalmuto). Il nostro altipiano ovviamente preesisteva. Non vi era però nessun grosso centro che potesse prefigurare l’attuale paese con il suo cacofonico nome arabo." Questo afferma Calogero Taverna in un suo articolato ragionamento riportato nel suo blog, citato in coda al post.

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